La conosci anche tu quella spiacevole sensazione di farfalle allo stomaco che si prova quando ti occorre un certo file e inaspettatamente è scomparso, non si apre per un errore di lettura o il dispositivo su cui era salvato si è guastato.
Viviamo in un'era nella quale il nostro lavoro è definito dai dati che produciamo e da quelli che abbiamo a disposizione.
Le aziende sono entità che stanno diventando sempre più digitali, e i dati sono ciò che le fa respirare.
Perdi i dati, tagli l'ossigeno alla tua attività. È semplice.
Lo conferma quella percentuale di aziende compresa tra il 40% e il 60% che non riapre più dopo aver sperimentato un
data breach. Per questo è sempre più difficile trovare un ambiente nel quale non sia presente almeno una soluzione per il backup: possono essere la chiavetta o il disco USB esterno nei casi più semplici, piuttosto che un NAS collegato alla rete aziendale o un servizio per la sincronizzazione dei dati in cloud.
Sistemi ce ne sono davvero molti, per tutti i gusti, i budget e i livelli di competenza tecnica, tanto che nell'ambito di PMI e microimprese è abbastanza difficile trovare due realtà organizzate nel medesimo modo.
Peccato che non sia sufficiente dire di "avere un backup" per poter dormire sonni tranquilli. Come tanti hanno scoperto a proprie spese,
c'è backup e backup. Non solo dal punto di vista tecnologico (dato che le soluzioni hardware e software esistenti in questo settore sono davvero tantissime), ma più semplicemente dal punto di vista dell'approccio strategico al backup stesso.
Qualche dato recente ci suggerisce come perdere dati non sia poi un'eventualità così remota:
- quasi l'1% degli hard disk si guasta rendendo irraggiungibili i dati in essi memorizzati
- il 33% delle cartelle di rete non è protetto, permettendo a chiunque di cancellare file volontariamente o per sbaglio
- il 40% delle perdite di dati è provocato da guasti hardware
- il 29% delle perdite di dati è imputabile a errori umani
Il problema è ulteriormente aggravato dalla diffusione degli
attacchi ransomware, un particolare tipo di malware che penetra nelle reti delle aziende per crittografare tutti i file che trova, rendendoli inaccessibili ai legittimi proprietari (a volte per sempre, visto che versare il riscatto richiesto per ottenere la chiave di decifrazione non dà la garanzia di recuperare le informazioni):
- gli attacchi ransomware crescono a ritmi elevatissimi. Nel primo semestre 2021 sono stati pari al 150% di tutti quelli sferrati nell'intero 2020
- il 4% delle aziende che hanno ceduto alle richieste estorsive dei cybercriminali non ha comunque recuperato i propri file
Come vedi, dunque, perdere dati è uno di quei fatti della vita che prima o poi bisogna affrontare. L'importante
è essere preparati a farlo al meglio e, per questo occorre avere una chiara prospettiva delle armi disponibili in modo da sceglierle e adoperarle nella maniera più efficace possibile. Dormire sonni tranquilli allora non solo è possibile, ma dovrebbe essere il prossimo obiettivo da raggiungere per la tua impresa.
Quale tipo di backup scegliere, quanto spesso farlo, dove conservarlo, come gestirlo, sono aspetti critici decisivi quando si inizia ad affrontare la questione della protezione di dati e applicazioni.
Seguici allora in questa breve panoramica che ti permetterà di riconsiderare l'argomento backup con occhi nuovi per rendere ancora più robusto il tuo ambiente informativo e, di conseguenza, la tua attività.