Una volta un informatico ha detto: "Ho capito che i computer erano finalmente diventati mainstream quando, andando a feste o altre occasioni sociali, mi sono trovato d'un tratto ad essere una figura popolare. Tra una birra e un tramezzino, le persone approfittavano della mia presenza per chiedermi consigli di natura professionale esattamente come fino a quel momento avevano sempre fatto con chi sapevano essere medico o avvocato".
Un atteggiamento che da allora non si è più interrotto e che, anzi, si è esteso anche al di fuori della sfera professionale.
In qualsiasi contesto di parenti, amici o colleghi di lavoro c'è sempre chi ha la fama di uno che "ci sa fare con i computer" (o con la tecnologia in genere) ed è conseguentemente subissato di richieste di ogni tipo.
Configurare l'accesso Internet di un nuovo dispositivo, trasferire dati e applicazioni dal vecchio PC o smartphone al nuovo, risolvere il problema della posta elettronica che non funziona, installare il software di videoconferenza per lo smart working sono tutte richieste spicciole a cui è quotidianamente sottoposto chi, per mestiere o per hobby, sa mettere le mani sulla tecnologia.
Nulla di insolito in questo, in fondo tutti noi abbiamo qualcuno a cui rivolgerci quando abbiamo bisogno di una mano o di un consiglio su un argomento ostico o poco conosciuto. Che si tratti di un amico o di un parente cambia poco.
È l'amico esperto di motori a cui chiediamo quale possa essere la causa del "rumorino" che sentiamo quando guidiamo, il parente appassionato di home theater a cui facciamo risintonizzare il televisore che continua a perdere le frequenze, o il vicino ingegnere che interpelliamo quando non capiamo perché il salvavita continua a scattare.
Un dubbio saltuario, un problema che si presenta all'improvviso: in casi del genere non c'è alcuna controindicazione nel chiedere un favore a chi ne sa più di noi, anche solo per un consulto prima di rivolgerci a un professionista della materia. E allora porteremo l'auto dal meccanico, acquisteremo un nuovo televisore o chiameremo un elettricista.
Quando però si tratta di informatica le cose tendono a essere diverse. Ci si rivolge all'amico o al parente che sanno mettere le mani sul computer perché risolvono direttamente il problema senza bisogno di chiamare tecnici o servizi di assistenza. Col tempo si stabilisce una fiducia pressoché illimitata verso le capacità di queste persone proprio perché non sbagliano mai un colpo.
Il router non va? Mettono mano alla configurazione destreggiandosi tra sigle incomprensibili ed ecco che il Wi-Fi torna a funzionare, magari anche più velocemente di prima. Il PC non si riavvia più correttamente dopo un aggiornamento? Lo fanno ripartire in modalità provvisoria, seguono una qualche astrusa procedura ed ecco che il problema è risolto. Non hai più spazio sui computer di casa per salvare documenti, fotografie e video? Ti consigliano di acquistare un NAS domestico e te lo collegano in rete così che tu possa usarlo da qualsiasi PC - e magari pure dal televisore smart del salotto.
Amici così sono impagabili, ed è naturale che siano in cima all'agenda delle persone da chiamare quando c’è un problema con l'informatica dell'ufficio o dell'azienda.
Sono conosciuti, capaci, affidabili. Poi dai, vuoi mettere anche la convenienza economica? Niente costi per uscite, tariffe orarie, IVA... il vero amico (a maggior ragione il parente) si accontenta di poco o nulla, magari ti chiede qualcosina quando la soluzione gli porta via più tempo del previsto costringendolo a cercare sul web risposte precotte a questioni che esulano dalla sua esperienza. D'altra parte il vero amico non ti dirà mai di no, non ti deluderà mai dicendoti che quello che gli stai chiedendo esce dalle sue competenze. Lo hai sempre presentato a tutti come il genio del computer magnificando le sue capacità, gli hai sempre riconosciuto doti quasi sovrumane, e lui non avrà mai il cuore di disilluderti.
Se tuttavia pensi che, come per tutti, la componente informatica della tua attività (infrastruttura, applicazioni, dati) sia importante per il tuo lavoro, allora dovresti fermarti un attimo per valutare bene quello che stai facendo. L'amico o parente smanettone è certamente bravo e capace, ma l'ambito nel quale agisce non è esattamente quello che occorre alla tua azienda.
In fondo l'informatica non è tutta uguale: per questo motivo esistono figure professionali specializzate (e magari anche certificate) nei diversi comparti. Chi programma applicazioni web interattive non è uno specialista di database, e un ingegnere di rete non è un sistemista. Essere esperti di informatica personale “di consumo" è differente dall'essere pratici di IT aziendale: sono due mondi diversi.
Lo stesso accade per le attrezzature: il modem-router Wi-Fi che il tuo operatore telefonico ti ha fatto recapitare a casa è ben diverso da un router enterprise adatto a un'organizzazione da 100 persone, esattamente come il PC che tieni sotto la scrivania e che hai configurato come server domestico ha poco a che fare con i server che risiedono negli armadi dei data center aziendali.